La camera oscura perfezionata con l’utilizzo di una lente biconvessa al posto del foro comincio ad essere costruita in diverse versioni anche più piccole e portatili. Rimaneva sempre un solo quesito, come fissare nel tempo quell’immagine che si riusciva a creare.
Per lungo tempo fu utilizzata solo da pittori e disegnatori che grazie all’applicazione di un vetro opaco potevano visualizzare l’immagine non solo all’interno ma anche all’esterno della camera oscura stessa, ma ancora non si poteva parlare di fotografia.
Solo grazie all’intervento della chimica si ebbe la vera svolta di questa professione.
Materiali sensibili alla luce
Nel 1829 Niepce si associo con Daguerre per eseguire delle ricerche sui materiali sensibili, dopo la morte di Niepce Daguerre continua da solo e nel 1837 realizza il suo primo procedimento che sarà chiamato dagherrotipia. Riuscì tramite una lastra di rame elettronicamente rivestita su una faccia di uno strato d’argento a rilevare l’immagine latente evitando cosi le lunghe esposizioni di ore.
Intanto l’inglese Talbot riusci a creare una carta fotografica negativa da quale ottenere dei positivi , la qualità dell’epoca era di molto inferiore ai risultati ottenuti da Daguerre per questo venne preso poco in considerazione. Ma in realtà fu da Talbot che deriva il principio della fotografia moderna.
Nel 1851 furono create le prime lastre di vetro al collodio che nonostante dovevano essere preparate al momento ed esposte e sviluppate ancora umide ebbero una diffusione eccezionale , presero piede e cominciarono a comparire cosi i primi fotoreporter, grazie anche a camere oscure di dimensioni ridotte che potevano quasi chiamarsi macchine fotografiche.
Con il tempo l’evoluzione dei supporti sensibili e delle fotocamere rese sempre più semplice questa nuova professione , fino al 1889 quando Eastman fondò la Kodak con la sua pellicola fotografica di celluloide. Da qui in avanti possiamo parlare di fotografia moderna.
Velocissima storia della fotografia
In queste poche righe ho riassunto l’era pionieristica della fotografia, ovviamente le difficoltà nel frattempo sono state molte, capire quale sostanza chimica riuscisse a rivelare l’immagine latente, ma sopratutto quale riuscisse poi a fissare nel tempo quell’immagine, da qui il nome del procedimento “Fissaggio”.
Questo argomento per i più curiosi è molto interessante , vorrei consigliarvi di leggere anche un’articolo molto divertente dove vi spiego come sviluppare le vostra pellicole grazie all’uso del caffè , per chi di voi ama scattare in pellicola o vuole cominciare oggi potrà essere uno spunto davvero interessante per uno sviluppo più naturale e meno inquinante delle vostre pellicole o carte fotografiche.