I papà nei servizi fotografici di gravidanza: eroi, comparse o distrazioni viventi?
di Massimiliano Pasaradiso & Gabriella – CSI Studio
Introduzione: i papà e la fotografia di gravidanza, un incontro esplosivo
Massimiliano: “Ogni volta che entra un papà nello studio per un servizio fotografico di gravidanza, succede qualcosa. Non so cosa, ma succede. È una legge della fisica non scritta.”
Gabriella: “Io lo chiamo il ‘momento papà’: lui entra, sorride un po’ incerto, guarda la fotocamera come se fosse un apparecchio alieno e si domanda in silenzio cosa diavolo stia per succedere.”
In questo articolo voglio raccontarti chi sono davvero i papà durante un servizio fotografico premaman. Non quelli perfetti delle riviste, ma quelli veri: quelli che arrivano col telefono in mano, quelli che non sanno dove guardare, quelli che si emozionano e cercano di nasconderlo.
I papà, questi esseri misteriosi (introduzione antropologica semiseria)
Nei miei anni da fotografo di gravidanza ne ho incontrati di tutti i tipi. Gabriella sostiene che dovremmo farne un poster da appendere alla porta: “Attenzione, entrare a proprio rischio. Qui si fotografano papà in libertà”.
La verità è che il papà medio arriva con due emozioni in contrasto perfetto: orgoglio e panico. Orgoglio perché sta per diventare padre, panico perché non sa cosa fare con le mani.
Tipologia n.1: Il Papà Statua
Lo riconosci subito. È quello che entra, si mette accanto alla compagna e rimane immobile. Non respira, non parla, non si muove.
Se gli dici: “Puoi avvicinarti un po’?” si sposta di tre millimetri.
Gabriella lo scioglie sempre con la sua frase magica: “Fingi che non ci sia nessuno e pensa al momento in cui sentirai piangere il tuo bimbo per la prima volta.”E boom. In quel momento, gli occhi si ammorbidiscono e io scatto la foto perfetta.

Tipologia n.2: Il Papà Regista
Lui entra in studio e si trasforma nel Fellini della situazione. “Prova con quella luce lì.” “Secondo me dovresti girare la pancia un po’ più così.” “Amore, sorridi ma non troppo.”
È il tipo di papà che ha visto tre tutorial su YouTube e si sente Steven Spielberg.
Gabriella mi guarda e sussurra: “Massi, sei cattivo.” Io rispondo: “Solo realistico.”
Tipologia n.3: Il Papà Romantico (e un po’ impacciato)
È quello che arriva con l’aria di chi vuole fare tutto per la compagna. Tiene la mano, la guarda con occhi dolcissimi, poi le poggia la mano sulla pancia… e la spinge troppo forte.
Gabriella sospira e dice: “Va bene così, almeno è naturale.” Questi papà sono i più belli da fotografare, perché si vede l’emozione vera.
Tipologia n.4: Il Papà che “io non volevo venire per le foto di gravidanza”
Lo portano allo shooting quasi con la forza. Entra e la prima cosa che dice è: “Io non so cosa devo fare, eh.” Poi, piano piano, qualcosa cambia. Quando vede la compagna sorridere e capisce che non c’è niente di imbarazzante… si rilassa.
Alla fine è sempre il primo a dire: “Oh, ma è stato bello! Quando ce le fate vedere le foto?”
Tipologia n.5: Il Papà Showman
Non c’è bisogno di descriverlo troppo: lo senti arrivare. Ride, scherza, parla con tutti, fa battute ogni due secondi. Se gli chiedi di abbracciare la compagna, improvvisa una gag teatrale.
Durante un servizio, uno di questi papà ha deciso di fare la posa “Titanic” dietro la compagna. Gabriella ha riso così forte che ha dovuto uscire un momento.
Tipologia n.6: Il Papà Tecnologico
Arriva con la reflex al collo, lo smartwatch, il gimbal, il powerbank e l’aria di chi deve filmare tutto.
“Posso fare un backstage?” “Posso registrare un time-lapse?” “Posso portare il drone?”
A volte li lasciamo fare, perché in fondo è dolce vedere quanto sono coinvolti. Altre volte, quando iniziano a commentare le impostazioni della mia macchina, Gabriella mi tocca il braccio e mi sussurra: “Respira, Massi. Respira.”
Tipologia n.7: Il Papà Invisibile
C’è anche chi non vuole comparire affatto. “Preferisco che ci sia solo lei nelle foto.” E va benissimo. Ma poi, mentre fotografo la mamma, lo vedo sullo sfondo che la guarda con un’espressione talmente piena d’amore che… lo chiamo.
“Vieni qui, solo per uno scatto.” Lui protesta: “Ma sono vestito male.” Io gli dico: “Meglio. Così sei te.”
Gabriella e i papà: l’arte della mediazione
Se io sono quello che fa ridere e provoca, Gabriella è quella che riporta l’ordine cosmico. È l’unica in grado di far capire ai papà come muoversi senza farli sentire ridicoli.
Una volta un papà continuava a fare la stessa posa, tutta storta. Lei gli ha detto: “Facciamo finta che stai abbracciando il futuro.” Lui l’ha guardata, ha sorriso, e ha fatto la foto perfetta.

Cosa impariamo da loro (oltre alla pazienza)
I papà, con i loro goffi tentativi e la loro dolcezza, ci ricordano una cosa: che la fotografia di gravidanza non è mai solo una questione di pose e luci. È un ritratto di relazioni. Ogni gesto, anche il più buffo, racconta qualcosa di vero.
Momenti memorabili (e disastri controllati)
– Un papà, nel tentativo di abbracciare la compagna, le ha fatto perdere l’equilibrio. Risultato: la foto più spontanea del servizio.
– Un altro continuava a toccarsi la giacca. L’ha tolta e sotto aveva la maglia del Milan.
– Una volta, un papà emozionatissimo ha iniziato a piangere a metà servizio. La mamma si è commossa e abbiamo scattato la foto più bella della giornata.
Fotografo di gravidanza o psicologo di coppia?
A volte mi chiedo se nel mio biglietto da visita non dovrei scrivere: “Massimiliano Pasaradiso – fotografo, tecnico luci e mediatore familiare”. Perché in uno shooting di coppia bisogna saper leggere le dinamiche. Gabriella lo dice meglio di me: “Il segreto è farli ridere insieme, non farli posare insieme.”
Il momento in cui tutto cambia
C’è sempre un punto nello shooting in cui il papà smette di fare la parte del papà e diventa semplicemente… un uomo innamorato. A volte basta un gesto semplice: una carezza, un bacio sulla pancia, un sorriso che spunta senza che se ne accorga. Io aspetto quel momento come un cacciatore paziente.

Epilogo: i papà nelle foto di gravidanza sono fondamentali
Alla fine di tutto, posso dire una cosa con assoluta certezza: un servizio fotografico di gravidanza senza il papà è bello… ma con il papà è completo. Lui porta quell’energia diversa, goffa ma sincera, che rende tutto più vero.
Conclusione tenera (ma non troppo)
Alla fine i papà, con i loro errori e le loro facce spaesate, ci insegnano la cosa più semplice e più importante: l’amore non ha pose giuste, ma momenti veri. Gabriella direbbe: “È per questo che amiamo questo lavoro.” Io direi: “È per questo che ogni giorno mi diverto come un matto.” E insieme ti diciamo: se stai per fare un servizio fotografico di gravidanza, porta anche il papà. Perché tra un sorriso forzato e uno spontaneo… nascerà la foto che vi farà emozionare per sempre.




